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VITAMINA D

NON SERVE SOLO ALLE OSSA


I RECETTORI DELLA VITAMINA D SI TROVANO NEL NUCLEO DI OGNI CELLULA

Un impressionante numero di ricerche scientifiche dimostra che la vitamina D svolge un ruolo fondamentale nella prevenzione delle malattie e nel mantenere la salute ottimale. La vitamina D contrasta l’osteoporosi, fratture, malattie cardiovascolari, alcuni tipi di cancro, malattie autoimmuni, malattie infettive, diabete mellito di tipo 2, disturbi neurocognitivi e dell’umore.

Migliaia di geni vengono attivati dal suo recettore VDR

UN PO DI STORIA

La storia della vitamina D non può prescindere dalla storia del  rachitismo.

Le prime osservazioni del rachitismo risalgono al I-II secolo d.C., con descrizioni di bambini romani con deformità ossee che venivano attribuite a generiche carenze alimentari e igieniche.

È però con la Rivoluzione Industriale che i casi di rachitismo si moltiplicarono; la popolazione principalmente agricola si era infatti trasferita nelle città ed era costretta a vivere in vicoli stretti e bui, con un’atmosfera inquinata dal fumo industriale.

In questo periodo, in Paesi scarsamente esposti alla luce solare, il rachitismo si manifestò in proporzioni epidemiche, arrivando a colpire fino al 90% dei bambini delle classi povere nelle città industrializzate dell’Europa e del Nord America.

Alla fine del XVIII secolo alcuni medici avevano rilevato l’effetto benefico sulla malattia dell’olio di fegato di merluzzo, ma tale indicazione terapeutica aveva sollevato molte perplessità.

Nello stesso periodo venne ipotizzata anche un’associazione tra ridotta esposizione solare e rachitismo.

La struttura della vitamina D venne identificata nel 1930 da Adolf Windaus ipotizzando che questa venisse naturalmente prodotta dalla cute; gli studi sulla vitamina D gli valsero il premio Nobel per la chimica.

VDR recettore di Luce in oltre 30 tessuti e organi nell’organismo umano.

La vera svolta si è avuta nel 1969 grazie alla scoperta del recettore nucleare della vitamina D (VDR), che ha fatto definitivamente entrare la vitamina D nella famiglia degli ormoni e contemporaneamente ha avviato due decenni di ricerche che descrivono collettivamente l’ampia sfera di influenza di questo ormone/vitamina grazie alla presenza del VDR in oltre 30 tessuti e organi nell’organismo umano.

Si è dovuto però attendere sino agli anni 70 con Kodicek (1974) e De Luca e Schnoes (1976) per comprendere i meccanismi di attivazione metabolica della Vit.D. Attualmente Michael F. Holick è un endocrinologo americano , specializzato ed esperto mondiale nel campo della vitamina D,  è stato il primo a identificare la principale forma circolante di vitamina D nel sangue umano come 25-idrossivitamina D3. Ha quindi isolato e identificato la forma attiva della vitamina D come 1,25-diidrossivitamina D3. 

Ha determinato il meccanismo di sintesi della vitamina D nella pelle, ha dimostrato gli effetti dell’invecchiamento, dell’obesità, della latitudine, dei cambiamenti stagionali, dell’uso di creme solari, della pigmentazione della pelle e dei vestiti su questo processo cutaneo vitale.

Tantissimi altri studi, ricerche e pubblicazioni sono stati fatti sulla vitamina D, 141.721 risultati appaiono solamente su Pubmed https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/?term=vitamin+d

Tessuti che esprimono il recettore della vit d. (VDR)

  • Adiposo
  • Polmone
  • Prostata
  • Adrenergico
  • Linfociti B e T
  • Retina
  • Osseo e osteoblasti Muscolo cardiaco
  • Cute
    Cervello (in generale)
  • Muscolo liscio
  • Stomaco
    Cervello (amigdala)
  • Cervello (ipotalamo)
  • Cervello (glia)
    Mammella
  • Muscolo embrionale
  • Follicolo pilifero
    Cartilagine
  • Ovaio
  • Testicolo
    Colon
  • Cellule pancreatiche
  • Timo
    Epididimo,
  • tubuli seminiferi
  • Paratiroide
  • Tiroide
    Intestino
  • Parotide
  • Utero
    Rene
  • Ipofisi
  • Tonsille
    Fegato
  • Placenta
  • Sacco vitellino

PRO-ORMONE IMMUNOREGOLATORE

Se pensi alla D ti viene in mente l’osso, il calcio, l’osteoporosi. Anche, certo, ma nessuno ti dice che la vitamina D è la CHIAVE DI LUCE di apertura della porta della IMMUNITA’.

La vitamina D è da sempre conosciuta come vitamina anti-rachitismo, ma è la punta dell’iceberg che è nota alla gente. Negli ultimi anni, invece, è stato scoperto il suo enorme POTERE CURATIVO di ORMONE IMMUNOREGOLATORE cioè è un  potente regolatore del sistema immunitario.

QUELLO CHE NON SAPPIAMO SULLA VITAMINA D

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QUELLO CHE NON SAPPIAMO SULLA VITAMINA D

Quello che non sappiamo è che la sua carenza è correlata a tanti problemi di salute a cominciare da: 17 tipi di cancro, malattie cardiovascolari, diabete, obesità, ipertensione, sindrome metabolica, malattie neuropsicologiche, dolori neuromuscolari, malattie infettive, malattie autoimmuni e altro.

La carenza di vitamina D è un grave problema diffuso a livello mondiale

Diminuita bio-disponibilità


A. Malassorbimento di grassi

  • Fibrosi cistica
  • Malattia celiaca
  • Morbo di Whipple
  • Morbo di Crohn
  • Intervento di by- pass gastro-intestinale
  • Farmaci che riducono l’assorbimento di grassi
  • Altro
    B. Ridotta disponibilità
  • Obesità con sequestro della vitamina D nel
    tessuto adiposo
    Aumentato catabolismo / consumo
  • Anticonvulsivi
  • Glucocorticoidi
  • Farmaci per il trattamento dell’AIDS o anti-rigetto.
  • Allattamento e gravidanza
    Diminuita sintesi di 25(OH)D (somministrare anche
    calcidiolo)
  • Grave insufficienza epatica
    Perdite urinarie di 25(OH)D
  • Sindrome nefrosica
    Diminuita sintesi di 1,25(OH)2D (somministrare
    anche calcitriolo)
  • Insufficienza renale cronica
  • Iperfosforemia
  • Deficit congeniti di 1-idrossilasi

Fattori che determinano la carenza di vitamina D

(Informazioni dalla Società Italiana di Medicina Generale)

Una carenza di vitamina D può verificarsi quando l’assunzione dietetica
a abituale è scarsa, l’esposizione alla luce solare è limitata, i reni non possono convertire la 25-idrossivitamina D nella sua forma attiva o l’assorbimento della vitamina D da parte del tratto digestivo è insufficiente. Diete carenti di vitamina D sono associate ad allergia al latte, intolleranza al lattosio, vegetarianismo e veganismo.
Alcuni gruppi di popolazione adulta sono particolarmente a rischio
di un inadeguato apporto di vitamina D.

I RAGGI DEL SOLE SULLA PELLE PRODUCONO LA VIT D

(solo la radiazione di 290-320 nanometri)


La radiazione ultravioletta UVB con una lunghezza d’onda di 290- 320 nanometri penetra la pelle scoperta e converte il 7-deidrocolesterolo cutaneo in previtamina D3, che a sua volta diventa vitamina D3 (colecalciferolo). La stagione, l’ora del giorno, la copertura nuvolosa, la presenza di smog, il contenuto di melanina della pelle e l’uso di creme solari sono tra i fattori che influenzano l’esposizione alle radiazioni UV e la sintesi della vitamina D.

Una copertura nuvolosa completa riduce l’energia UV del 50%; l’ombra (compresa quella prodotta da un grave inquinamento) la riduce del 60%. I raggi UVB non penetrano il vetro, per cui l’esposizione al sole attraverso una finestra non determina la produzione di vitamina D.

Le creme solari con fattore di protezione solare (SPF) di 8 o più sembrano bloccare i raggi UV che producono vitamina D. I fattori che influenzano l’esposizione alle radiazioni UV e le ricerche condotte finora sulla quantità di esposizione al sole necessaria per mantenere adeguati livelli di vitamina D rendono difficile fornire linee guida generali.

MECCANISMO D’AZIONE E DOVE AGISCE LA VIT. D


Una volta attivata a 1,25(OH)2 D, la vitamina D si lega ad uno specifico recettore (VDR) che appartiene alla superfamiglia dei recettori per gli steroidi. In realtà sono stati identificati due tipi di recettori per la vitamina D. Il primo, localizzato nel nucleo, è in grado di stimolare direttamente la trascrizione di geni e quindi la sintesi ex-novo di proteine (meccanismo genomico). L’altro recettore è localizzato sulla membrana cellulare e agisce inducendo la formazione di secondi messaggeri cellulari (come il cAMP, il diacilglicerolo, l’inositolo trifosfato, l’acido arachidonico) o fosforilando alcune proteine cellulari. Tale meccanismo d’azione non genomico è in grado di modulare in maniera rapida la risposta cellulare a vari stimoli (12).
I recettori per la vitamina D sono praticamente ubiquitari, a riprova del loro importante ruolo fisiologico, non solo nel metabolismo minerale ma anche in numerose altre funzioni dell’organismo.

La vitamina D agisce nella maggior parte dei tessuti e delle cellule del corpo, inclusi cuore, stomaco, pancreas, cervello, pelle, gonadi e linfociti T e B attivati, agisce li dove si trovano i recettori VDR (ovvero per la vitamina D). Pertanto, non sorprende affatto che la vitamina D abbia una moltitudine di effetti biologici di natura non calcemica.

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COVID-19: la vitamina D potrebbe cooperare con l’interferone nella risposta antivirale

ISS 22 luglio 2020 (Istituto Superiore Di Sanita’)

– Adeguati livelli di vitamina D al momento dell’infezione con Sars-CoV-2 potrebbero favorire l’azione protettiva dell’interferone di tipo I – uno dei più potenti mediatori della risposta antivirale dell’organismo – e rafforzare l’immunità antivirale innata.

E’ questa l’ipotesi proposta da Maria Cristina Gauzzi e Laura Fantuzzi del Centro Nazionale per la Salute Globale dell’ISS nella lettera pubblicata questo mese sull’American Journal of Physiology – Endocrinology and Metabolism

“La nostra ipotesi – spiega Maria Cristina Gauzzi – si basa su dati della letteratura che dimostrano come la vitamina D, oltre ad avere un effetto antivirale diretto nei confronti di alcuni virus, possa cooperare con l’interferone di tipo I per potenziare le risposte antivirali”.

Questo fenomeno – si osserva nella lettera – è stato descritto nell’infezione con il virus dell’epatite C e con rinovirus. Inoltre, evidenze a supporto di un effetto additivo della vitamina D e dell’interferone di tipo I nell’induzione di geni ad attività antivirale provengono anche da studi condotti in pazienti affetti da sclerosi multipla.

“Nelle fasi più avanzate del COVID-19 l’attività immunomodulatoria della vitamina D potrebbe invece contribuire a ridurre il danno legato all’iperinfiammazione nei pazienti con forme severe di malattia. L’interazione tra vitamina D e interferone di tipo I – concludono le due ricercatrici – è ancora poco studiata ma potrebbe rivelarsi di grande importanza, anche in considerazione del fatto che dati recenti della letteratura indicano che le complicanze dell’infezione da SARS-CoV-2 possono essere conseguenti ad una produzione insufficiente o ritardata di interferone nella primissima fase dell’infezione”.

Trattamento della carenza e insufficienza di vitamina D

L’obbiettivo della terapia della carenza e dell’insufficienza di vitamina D è quello di ripristinare normali livelli sierici e quindi dei depositi di 25(OH)D, in tempi brevi. La dose cumulativa da somministrare nel giro di alcune settimane può variare in funzione della gravità della carenza e della massa corporea. Il valore di 25(OH)D rilevato al momento dell’identificazione dello stato carenziale o di insufficienza può essere
ritenuto un buon indicatore del fabbisogno.

A questa dose deve seguire una dose di mantenimento, per evitare di ritornare nelle condizioni di insufficienza o carenza.

Gli schemi posologici raccomandati devono tener conto di potenziali interferenze di altri farmaci o condizioni morbose.
La posologia della vitamina D da consigliare può quindi anche variare a seconda della condizione clinica trattata e degli obiettivi terapeutici che ci si prefiggono.

Risultato immagini per schema posologia vit d

Tratto da: Linee guida su prevenzione e trattamento dell’ipovitaminosi D con colecalciferolo

S. Adami, E. Romagnoli , V. Carnevale, A. Scillitani, A. Giusti, M.Rossini, D. Gatti1, R. Nuti, S. Minisola
Unità di Reumatologia, Dipartimento di Medicina, Università di Verona;
Dipartimento di Medicina, Università La Sapienza, Roma;
Unità di Endocrinologia, Ospedale S. Giovanni Rotondo, Foggia;
Ospedale Galliera, Genova, Italia;
Dipartimento di Medicina, Università degli Studi di Siena

https://www.iss.it/coronavirus/-/asset_publisher/1SRKHcCJJQ7E/content/covid-19-la-vitamina-d-potrebbe-cooperare-con-l-interferone-nella-risposta-antivirale

https://pdfs.semanticscholar.org/9919/3e00ab8cec13bcc72176bee4e4aedfda134d.pdf?_ga=2.59586280.479007670.1613582388-1443916013.1611818743

Questo articolo ha solo fine illustrativo e non sostituisce il parere del medico. Non è destinato a fornire consigli medici, diagnosi o trattamento.

CONSIGLIO: controllate il vostro livello di vitamina D

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VITAMINA C

ACIDO ASCORBICO

IL TUO TESORO PIÙ PREZIOSO
Fermati, e pensa per un secondo a quanto magnifici siano i meccanismi che regolano il tuo corpo…
Senza nemmeno che tu ci debba pensare, e nonostante tutte le richieste che costantemente gli fai, il tuo corpo produce miliardi di nuove cellule ogni secondo, ti permette di udire, di toccare, di vedere, di odorare, di gustare… regola la tua temperatura… governa quella straordinaria macchina così incredibilmente potente che noi chiamiamo cervello…

È un organismo creato in modo meraviglioso, in grado di auto-curarsi, regolato da un delicato e perfetto equilibrio.

Dopo 40 anni di ricerca, Irwin Stone spiega la sua conclusione sorprendente che un antica mutazione genetica ha lasciato l’uomo praticamente da solo tra gli animali che non produce acido ascorbico (vitamina C) nel suo corpo. Stone illustra, con una massiccia massiccia documentazione, la capacità notevole della vitamina C di combattere la malattia, contrastare gli effetti negativi dell’inquinamento e prolungare la vita sana.

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Il nostro organismo ha bisogno di vitamine

RUOLO BIOLOGICO VITAMINA C:

La vitamina C, chimicamente definita acido ascorbico, è una vitamina idrosolubile essenziale per l’uomo vista l’impossibilità di sintetizzarla endogenamente.

L’importanza di questa vitamina nell’economia cellulare e organica è da ricondurre al suo ruolo biologico, utile a:

  • mediare la sintesi di collagene, principale proteina della matrice extracellulare necessaria alla strutturazione di ossa, legamenti, tendini e vasi sanguigni;
  • partecipare alla sintesi di neurotrasmettitori fondamentali come le catecolammine;
  • – sostenere la sintesi di molecole fondamentali all’assorbimento e al metabolismo lipidico quali acidi biliari e carnitina;
  • – migliorare l’assorbimento intestinale di ferro;
  • – espletare l’effetto antiossidante diretto, proteggendo le varie strutture cellulari dallo stress ossidativo;
  • – contribuire alla rigenerazione di Vitamina E, fondamentale sostanza ad attività antiossidante.

La vitamina C è una delle sostanze vitali per l’organismo:

  • antiossidante
  • anti-invecchiamento
  • anti-virali
  • anti-patogeniche
  • anti-tossiche

Questi benefici sono stati chiaramente dimostrati nel corso del tempo e tuttavia gli esseri umani non possono produrre la propria scorta di vitamina C, quindi deve assolutamente provenire dal cibo o tramite integrazione.

Semplicemente non possiamo funzionare senza la vitamina C, non solo per le sue proprietà antiossidanti ma anche per la miriade di meccanismi che tutto il corpo deve sostenere. Il danno ossidativo prodotto dalla carenza di vitamina C favorisce le malattie degenerative quali l’Alzheimer, l’infarto, l’ictus, i tumori e l’invecchiamento.

Dice il dott. Rath la vitamina C è necessaria a produrre le molecole di collagene che rafforzano il nostro corpo e il sistema di vasi sanguigni. Quanto maggiore è la quantità di vitamina C, tanto più è presente il collagene; quanto più sono stabili le pareti dei vasi sanguigni tanto meno si verificano gli infarti e trombi”.

Praticamente tutte le cellule del corpo dipendono da questo.

Il nostro fabbisogno giornaliero di vitamina C è superiore a qualsiasi altra vitamina idrosolubile, minimo 1 grammo al giorno in particolare durante i periodi di stress e malattia, quando i livelli possono scendere.

Vitamina C – 1000

Integratore alimentare a base di Vitamina C utile per colmare le carenze alimentari o gli aumentati fabbisogni organici di tale nutriente. 

Intervista virtuale a Linus Pauling

Per omaggiare e soprattutto far conoscere al pubblico il suo importante lavoro, abbiamo pensato di intervistare virtualmente Linus Pauling (1901 – 1994). 
Le risposte sono estrapolate dal libro: «Come vivere più a lungo e sentirsi meglio», senza ovviamente modificare il senso delle parole e il pensiero del grandissimo scienziato americano.

D: Dottor Pauling, lei è l’unico scienziato al mondo ad aver ricevuto ben due Premi Nobel per categorie diverse: quali sono queste categorie?
R: Ho ricevuto il Premio Nobel per la Chimica nel 1954, e per la Pace nel 1962.

D: Quindi lei sostiene l’importanza delle vitamine nella terapia di moltissime malattie: cosa ci può dire a proposito della Vitamina C? 
R: La Vitamina C rafforza i naturali meccanismi di difesa, in particolar modo del sistema immunitario e aumenta l’efficacia degli enzimi nel catalizzare le reazioni biochimiche. E’ necessaria per le reazioni vitali di idrossilazione, in particolare nell’ormone adrenalina e nella sintesi della molecola del collagene. Il collagene è una delle più abbondanti proteine presenti nel corpo che va a costituire il tessuto connettivo (la materia plastica naturale del corpo: cartilagini, tendini, vasi sanguigni, ecc.).
Un’elevata assunzione di Vitamina C aiuta a controllare molte malattie: non solo il comune raffreddore, ma anche altre, virali e batteriche, come l’epatite, e altre ancora, assolutamente non correlate fra loro, come la schizofrenia, i disturbi cardiovascolari e il cancro.
Il dott. Claus W. Jungerblut, dell’Università della Columbia, nel 1935 riferì che la Vitamina C ad alte dosi rende inattivo il virus della poliomielite, dell’herpes, del vaiolo bovino e quello dell’epatite. Non solo, la Vitamina C rende inattivi pure i batteri e le loro tossine (difterite, stafilococco, dissenteria, ecc.)

D: Viste le proprietà eccezionali di questa vitamina, non capisco perché le case farmaceutiche non s’interessano della Vitamina C!
O meglio, so bene qual è il motivo, ma vorrei sentire la sua opinione!

R: La mancanza d’interesse delle multinazionali risiede nel fatto che la Vitamina C è una sostanza naturale che è disponibile a bassi costi e che non può essere brevettata!

APPROFONDIMENTI

Il Dott. Allan Goldstein della Scuola Universitaria di George Washington ritiene che la Vitamina C combatte le infezioni rendendo più forti i globuli bianchi. Queste cellule fermano l’infezione facendo in modo che altri globuli bianchi circondano e distruggano l’organismo invasore tramite la produzione di anticorpi che immobilizzano questo organismo.

Solo l’uomo, i porcellini d’india, le scimmie, i pipistrelli che si nutrono di frutta e l’usignolo d’oriente non possono sintetizzare la vitamina C dal glucosio.

1000 mg (1 grammo) di vitamina C mantengono il sistema immunitario dell’uomo ad un livello ottimale.

I fumatori hanno il 40% in meno nel livello sanguigno di vitamina C che i non fumatori. I prodotti chimici nel fumo delle sigarette interagiscono con la vitamina C per rimuoverla dal sangue. La vitamina C sembra proteggere i fumatori dal cancro alla vescica al quale sono particolarmente soggetti.

Coloro che abitano in città o chiunque conduca un tipo di vita alquanto stressante ha bisogno almeno di 1000 mg (1 grammo) di vitamina C al giorno.

I Russi raccomandano un minimo di 125 mg di vitamina C al giorno, quasi 3 volte tanto il U.S.D.R.A. Hanno da lungo tempo riconosciuto il potenziale e valoroso effetto della vitamina C nel mantenere una salute ottimale.

Se gli esseri umani fossero dei topi essi produrrebbero tra i 1800 e 4000 mg (4 grammi) di vitamina C giornalmente. Sotto stress ne produrremmo 15.000 mg (15 grammi).

La vitamina C fa calare il colesterolo in individui che ne hanno un alto livello. L’aterosclerosi può essere spiegata come un’insufficienza o un basso livello di vitamina C da molto tempo e che quindi dà come risultato il colesterolo sulle pareti delle arterie.

Le donne che soffrono di mestruazioni eccessive o di perdite fra un ciclo e l’altro possono controllare i vasi capillari deboli facendo uso di vitamina C.

La vitamina C aumenta l’assorbimento di ferro e favorisce la guarigione delle ferite.

Più invecchiamo, più la nostra ghiandola del timo, che controlla le funzioni immunitarie del corpo diventa piccola e produce meno cellule che uccidono le cellule cancerogene ed aiutano ad avere la diretta risposta immunologica. Man mano che queste cellule diminuiscono noi diventiamo più soggetti a malattie come il cancro e le malattie autoimmuni come l’artrite reumatoide. La vitamina C può portare la bilancia il nostro favore aiutando le restanti cellule a funzionare al massimo della loro efficacia.

La vitamina C è essenziale per la formazione della serotonina ( un composto che fa da intermediario ai nostri umori e alle nostre abitudini di riposo ).

Tratto da  “La Bibbia delle vitamine” di Earl L. Mindell dott. 1980.

Vitamina C – trovati 67.087 risultati di articoli scientifici

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/?term=vitamin+c

PubMed è un motore di ricerca gratuito di letteratura scientifica biomedica dal 1949 ad oggi; la sua prima versione online è del gennaio del 1996.

Vitamina C e funzione immunitaria

Anitra C Carr 1Silvia Maggini 2Affiliazioni espandere

( Articolo scientifico riportato da PUBMED)

PMID: 29099763

PMCID: PMC5707683

DOI: 10.3390 / nu9111211

Astratto

La vitamina C è un micronutriente essenziale per l’uomo, con funzioni pleiotropiche legate alla sua capacità di donare elettroni. È un potente antiossidante e un cofattore per una famiglia di enzimi biosintetici e di regolazione genica. La vitamina C contribuisce alla difesa immunitaria supportando varie funzioni cellulari sia del sistema immunitario innato che di quello adattativo. La vitamina C supporta la funzione di barriera epiteliale contro i patogeni e promuove l’attività di lavaggio ossidante della pelle, proteggendo così potenzialmente dallo stress ossidativo ambientale. La vitamina C si accumula nelle cellule fagocitiche, come i neutrofili, e può aumentare la chemiotassi, la fagocitosi, la generazione di specie reattive dell’ossigeno e, infine, l’uccisione microbica. È anche necessario per l’apoptosi e l’eliminazione dei neutrofili esauriti dai siti di infezione da macrofagi, diminuendo così la necrosi / NETosis e il potenziale danno ai tessuti. Il ruolo della vitamina C nei linfociti è meno chiaro, ma è stato dimostrato che migliora la differenziazione e la proliferazione delle cellule B e T, probabilmente a causa dei suoi effetti di regolazione genica. La carenza di vitamina C provoca un’immunità ridotta e una maggiore suscettibilità alle infezioni. A loro volta, le infezioni hanno un impatto significativo sui livelli di vitamina C a causa dell’aumentata infiammazione e dei requisiti metabolici. Inoltre, l’integrazione con vitamina C sembra essere in grado sia di prevenire che di curare le infezioni respiratorie e sistemiche. La prevenzione profilattica dell’infezione richiede assunzioni dietetiche di vitamina C che forniscano livelli plasmatici almeno adeguati, se non saturanti (cioè, 100-200 mg / die), che ottimizzano i livelli di cellule e tessuti. In contrasto,

Parole chiave: ascorbato; acido ascorbico; sistema immunitario; immunità; infezione; linfociti; uccisione microbica; funzione dei neutrofili; vitamina C.

https://www.alleanzadrrath.it/vitamina-c-in-combinazione-sinergica-contro-i-danni-dello-zucchero/

https://digilander.libero.it/genfranco/Immagini/irwinstoneguarigionetra.pdf

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/29099763/

https://www.disinformazione.it/linuspauling.htm